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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 14:04.

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Ecco il decreto legge sulla spending review. Ma Bondi non potrà tagliare i costi della politicaEcco il decreto legge sulla spending review. Ma Bondi non potrà tagliare i costi della politica

Obbligo generalizzato di rispettare i parametri Consip nell'acquisto di beni e servizi, sedute pubbliche per l'apertura delle buste negli appalti aggiudicati con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, possibilità di annullare d'ufficio le procedure d'acquisto che non risultano convenienti rispetto ai criteri nazionali.

A chi si applica
Sono le misure previste per contenere la spesa pubblica nel decreto legge sulla spending review, pubblicato l'8 maggio sulla Gazzetta Ufficiale (Dl 52/2012). Una cura, quella su cui vigilerà il commissario straordinario Enrico Bondi, che si applica a tutte le Pubbliche amministrazioni, compresi enti locali, società totalmente pubbliche partecipate in via diretta e indiretta e anche le Autorità indipendenti (dal Garante della Privacy all'Antitrust e all'Agcom). Fuori dal raggio d'azione del commissario taglia-spesa rimangono solo Camera, Senato, Quirinale e Consulta, tutelate da un'autonomia costituzionale che nemmeno l'emergenza-spesa pubblica può intaccare. Anche le Regioni godono di un'autonomia legislativa, ma più debole, per cui il decreto sulla spending review promette di occuparsi anche dei governatori impegnati nei piani di rientro dall'extra-deficit sanitario.

L'indennità di Bondi
Il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non risolve la questione dell'indennità del commissario, riguardo alla quale il presidente del Consiglio Mario Monti aveva chiesto a Enrico Bondi di accettare un compenso da 150mila euro ricevendone a quanto sembra un cortese rifiuto. Sul tema, il decreto si limita a rinviare la palla a un successivo Dpcm, che dovrà decidere la durata dell'incarico di Bondi (al massimo un anno) e il suo compenso, che non potrà superare il «trattamento economico complessivo correlato all'incarico di dirigente generale nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri». A guardare le tabelle sugli stipendi dei vertici di Palazzo Chigi, il trattamento economico complessivo può superare la soglia dei 150mila euro, ma il decreto lo tratta come tetto massimo e sarà il Dpcm a fissare la cifra definitiva. Bondi potrà essere affiancato da due vicecommissari, che dovranno però lavorare a titolo gratuito.

Acquisti e appalti
Acquisti e appalti sono i due capitoli cruciali su cui si dovrà esercitare l'azione del commissario alla spending review. Gli strumenti da azionare saranno quelli della trasparenza e dell'ancoraggio a parametri nazionali, per cercare di superare l'attuale situazione in cui ogni amministrazione si rivolge a fornitori "di fiducia" con il risultato di ottenere prezzi diversi per gli stessi beni e servizi. In pratica, i parametri di qualità e prezzo fissati dalla Consip diventano obbligatori per tutti gli acquisti effettuati dalle Pubbliche amministrazioni, e e gli strumenti telematici del ministero dell'Economia (Asta elettronica, portale acquistinrete e così via) vengono aperti a tutti con procedure più semplificate. Un'iniezione di trasparenza viene riservata anche agli appalti, attraverso l'obbligo di aprire le buste sempre in seduta pubblica.

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